Asportazione di neoformazioni cutanee e sottocutanee
Nel corso della vita può succedere di dover rimuovere una neoformazione cutanea o sottocutanea, generalmente su raccomandazione del Dermatologo.
L’asportazione può essere indicata per
- motivi estetici: come nel caso dei fibromi penduli o degli xantelasmi,
- diagnostici: ad esempio i nevi atipici o lipomi sottocutanei
- a scopo terapeutico: per le cisti sebacee o di lesioni francamente maligne.
L’intervento consiste nell’indentificare la neoformazione da asportare, accurato disegno preoperatorio, anestesia locale, asportazione della lesione, emostasi e riparo.
Il riparo, nella maggior parte dei casi avverrà mediante sutura per piani anatomici.
Si applicheranno dei punti riassorbibili nei piani profondi per fornire resistenza e stabilità alla sutura, minimizzando la tensione sul piano cutaneo in modo da poter utilizzare punti di cute più sottili che lasciano segni cutanei minimi.
Nei casi in cui le dimensioni della lesione, o la sede, non consentano un riparo mediante la sutura dei margini poiché non vi è abbastanza tessuto o l’eccessiva trazione determinerebbe esiti estetici insoddisfacenti, si procede al riparo mediante l’allestimento di lembi locali o innesti.
Nel caso dei lembi locale il tessuto utilizzato per riparare il difetto sarà in continuità con
la sede operata: una piccola porzione di tessuto sano adiacente sarà ruotato, avanzato o trasposto per colmare il gap conseguente all’asportazione e consentire un riparo senza tensione né trazione, evitando così il rischio di distorsioni delle strutture vicine.
In altri casi di preferisce optare per un innesto, ovvero la cute utilizzate per riparare il difetto sarà prelevata da una sede a distanza e innestata nell’area dell’asportazione, come una sorta di “toppa”.
Si sceglierà una sede donatrice ricca, in cui il difetto conseguentemente al prelievo potrò essere riparato per sutura diretta, e sufficientemente nascosta, per minimizzare la visibilità di questa seconda cicatrice.
L’innesto consente di riparare difetti in cui è necessario preservare la sottigliezza della regione, un classico esempio sono le asportazioni di voluminose neoformazioni perioculari riparate con innesti prelevati dalla palpebra superiore.
Il prelievo in questo caso sarà una vera e propria blefaroplastica superiore, abbinando alla possibilità di riparere un gap cuneao ampio in una zona complessa, anche il vantaggio estetico a livello della sede donatrice, la palpebra superiore appunti, che beneficia così dei vantaggi di una blefaropalstica.
Gli innesti e lembi locali sono stati citati e descritti per completezza, ma nella maggioranza dei casi è possibili procedere al riparo mediante la sutura per piani anatomici, che consente di minimizzare gli esiti a un’unica cicatrice lineare.
Durante la prima visita, si valuterà con il specifico con cura e la tecnica più idonea per asportare la neoformazione con il minimo esito cicatriziale. Una volta fornite le informazioni necessarie e le risposte alle eventuali domande, sarà possibile procedere alla programmazione dell’intervento.
Il Dr. Giorgini ha sviluppato la sua competenza nell’asportazione delle neoformazioni cutanee e sottocutanee grazie alla Specializzazione in Chirurgia Plastica e al successivo lavoro ancora in essere presso il Policlinico Sant'Orsola di Bologna, grazie all'esperienza maturata durante l'attività libero-professionale e grazie ai numerosi congressi e corsi a cui ha partecipato e partecipa tuttora.
Il Dr. Giorgini è attualmente socio SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica), socio ISAPS (International Society of Aesthetic Plastic Surgery) e socio SIM (Società Italiana di Microchirurgia)
Ogni volta che si verifica un’incisione nella cute, chirurgica o traumatica che sia, la formazione di una cicatrice è un fenomeno inevitabile e sempre presente: il nostro corpo si ripara formando nuovi tessuti, la cicatrice appunto, che presenta caratteristiche diverse dal contesto in cui si è formata.
Il Chirurgo Plastico dispone delle conoscenze e della manualità per trattare i tessuti con la dovuta delicatezza e precisione, suturando le ferite nel miglior modo possibile e con i fili appropriati. Così facendo, la cute si accosta senza tensione e la cicatrice nel tempo dovrebbe rimanere sottile e diventare sempre più chiara fino ad essere quasi impercettibile. E nella maggior parte dei casi è quello che succede. Tuttavia, la cicatrizzazione dipende non solo dall’operato del chirurgo, per quanto questo sia fondamentale, ma anche da altri fattori quali la sede anatomica, la gestione durante il periodo di guarigione e la tendenza individuale alla cicatrizzazione.
È impossibile garantire con assoluta certezza che la cicatrice sarà invisibile, per cui ogni volta che si programma un’incisione chirurgica è importante preventivare un esito cicatriziale con un grado variabile di visibilità, per quanto spesso diverrà quasi impercettibile.
Il Dr. Giorgini esegue queste procedure in anestesia locale.
La durata dell’intervento è circa 30 minuti, variabile a seconda del caso specifico.
Nel caso l’indicazione all’escissione sia stata data per motivi diagnostici o terapeutici, nel sospetto di una lesione maligna o di dubbia natura, il campione asportato sarà sempre inviato per l’esame istologico.
Verranno applicati punti di sutura. La maggior parte saranno interni e riassorbibili, non lasceranno alcun segno e non necessiteranno di essere rimossi.
I punti di cute invece dovranno essere rimossi dopo 6-14 giorni a seconda della sede.
Alla fine dell’intervento verrà apposta una medicazione sull’area operata, che dovrà essere lasciata in sede, pulita ed asciutta.
Sarà possibile fare la doccia il giorno, ma si raccomanda di non bagnare la sede dell’intervento fino alla rimozione dei punti.
È possibile riprendere l’attività lavorativa dal giorno seguente se di tipo impiegatizio, il ritorno completo alla vita sociale sarà immediato. L’attività sportiva potrà essere ripresa dopo 2 settimane.
Per maggiori informazioni prenota una visita con il Dr. Giorgini